Il socialismo è un sistema così perfetto che può funzionare solo se ignori tutto ciò che fa. È un'idea bellissima. Prima, chiedi abbondanza per tutti. Poi vieti gli incentivi che creano abbondanza. Poi, quando le cose diventano scarse, ti congratuli con te stesso per aver previsto la scarsità. È una meraviglia del ragionamento circolare, come segare il ramo su cui sei appoggiato e chiamarlo un audace salto in avanti. E la giustizia. Oh, la giustizia. Tutti ottengono risultati uguali, tranne le persone al comando, che si prendono il nobile onere di decidere cosa significa "uguale" e quanto meno ne meriti. Chiedono sacrifici, ovviamente, ma solo da altri. I leader sono troppo essenziali per partecipare all'uguaglianza che amministrano. Il meglio di tutto, il socialismo ti libera dalla responsabilità. Quando le cose vanno male, non è mai colpa della pianificazione. Sono i nemici, i distruttori, i razziatori, il tempo, il sole, la luna, o forse l'allineamento delle maree. Qualsiasi cosa tranne il piano. Il piano è sempre impeccabile. È la realtà che continua a deluderlo. E non dimenticare la competizione. Non ce n'è. Non perché il socialismo elimini i rivali superandoli, ma perché li elimina per decreto. Niente migliora la qualità come rendere illegale il miglioramento. Sì, signore, se vuoi un sistema in cui puoi chiedere tutto, incolpare tutti, non produrre nulla e chiamarlo giustizia, il socialismo è il biglietto. Devi solo ignorare le sue contraddizioni. Il che, fortunatamente, i socialisti sanno fare molto bene.